Carissimi fratelli e sorelle, il Dio della pace, che è il Dio di tutti, ci doni la sua stessa pace, che è anzitutto salvezza dal male, e ci custodisca con ogni sua benedizione.
Considerate con quale dolcezza Cristo è andato incontro alla croce. Non una parola di accusa contro chi lo accusava. Lui, giusto per gli ingiusti, ha perdonato i suoi assassini. Attenzione, però. Egli ha condonato loro il debito. Ossia, ha cancellato il peccato che avevano commesso. Ciò non significa che il Signore abbia redento coloro i quali hanno perseverato nel compiere il male, perseverano e persevereranno. Difatti la Scrittura afferma: se il malvagio si allontana da tutti i peccati che ha commesso e osserva tutte le mie leggi e agisce con giustizia e rettitudine, egli vivrà, non morirà. Nessuna delle colpe commesse sarà più ricordata, ma vivrà per la giustizia che ha praticato. Forse che io ho piacere della morte del malvagio – oracolo del Signore – o non piuttosto che desista dalla sua condotta e viva? Consideriamo con quale dolcezza Cristo ci viene incontro, dunque. Ma prestiamo bene attenzione a non sentirci giusti nel praticare opere che giuste non lo sono affatto. In quel caso saremmo noi nella colpa, e quale colpa: la più grave. Il Signore non ammette ingiustizia! Nella stessa Scrittura, si legge: se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male, imitando tutte le azioni abominevoli che l’empio commette, potrà egli vivere? Tutte le opere giuste da lui fatte saranno dimenticate; a causa della prevaricazione in cui è caduto e del peccato che ha commesso, egli morirà. Facciamo uno, anzi due passi indietro. Cristo morente, sulla croce emette un grido prima di effondere lo Spirito suo tra le mani del Padre. È il grido che spalanca le porte degli inferi, il grido che atterrisce i demoni, il grido che pacificherà di lì a poco cielo e terra. Certo, il Divino non poteva essere sopraffatto dalla morte. Allora il Verbo si fece carne per essere tra noi. Quale scelta più umile, diremmo, per Dio? Ma quale scelta prodigiosa, in vista del combattimento con la morte, con le potenze tutte del male, e per la discesa agli inferi per vincere la morte e le potenze tutte del male, liberando i prigionieri. Ovvero, i giusti! E con quale amore libera Adamo, il quale atterrisce a sua volta il male, dopo la sua caduta, affermando: ti adoro e ti amo, mio Signore e mio Dio, che sei venuto a liberare me. Io che ti attendo, esiliato con le mie colpe, nel mio peccato. Quale dolcezza Cristo ha visto in quella croce? Dunque la morte. Essa ammazza ed è a sua volta ammazzata. E con quale combattimento! Siccome il Divino si è scelto un corpo mortale, Egli ha così nascosto alla morte la sua Potenza dopo la morte. E la Scrittura a riguardo dice: Dopo aver detto: Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato, cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: Ecco, io vengo a fare la tua volontà. Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre. Il Signore fa la volontà del Signore. Non una parola di meno né di troppo. Dio ci dice esattamente che viene a compiersi nel Dio di Dio. E noi tutti siamo stati santificati dal sommo sacrificio del Signore. Egli lo ha permesso in vista che tutte le cose accadano, ovverosia che tutte le parole si compiano, nella Scrittura che totalmente si adempie: Oracolo del Signore al mio signore: «Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi». Chi può sentirsi giusto? Uno solo è giusto. Il Signore, Colui che ci vuole tutti giusti e santi, come lo è Lui. L’Unico giusto e santo, degno di essere amato sopra ogni cosa. “Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l’onore e la potenza, perché tu hai creato tutte le cose, per la tua volontà esistevano e furono create.” Cessiamo, con le nostre opere inique, di compiere il male poiché, sopra di noi, prima delle stelle, vegliano gli angeli, come miriadi di sentinelle. Dell’Altissimo. Che non ci accada mai, mai, che un fratello o una sorella si rivolga al Signore per chiedere, nella giustizia della giustizia, di liberarlo o di liberarla dal male. Male da noi commesso. Io vi dico che quella preghiera non resterà mai inascoltata, perché Cristo è morto giusto per gli ingiusti e da morto ha potuto sconfiggere la morte, per così distruggere il male. In cambio del mio amore mi muovono accuse, io invece sono in preghiera. Mi rendono male per bene e odio in cambio del mio amore. Suscita un malvagio contro di lui e un accusatore stia alla sua destra! Citato in giudizio, ne esca colpevole e la sua preghiera si trasformi in peccato. Ecco. Con certezza il Signore si metterà alla destra del giusto e lo salverà, condannando il colpevole ad una empia fine. Perché il Signore ascolta sempre la preghiera dei suoi figli. Onore a te, Vita nella Vita, Dio nostro che hai scelto di vestire un corpo mortale, e gloria, gloria a te, poiché col tuo sacrificio hai voluto rendere noi sorgenti tue, dandoci fiducia. O dolcissimo consolatore, ospite perfetto dell’anima. Vieni nel cuore dei tuoi figli e libera il mondo, con la tua nuova creazione. Tu che hai lasciato che gli ingiusti ti ammazzassero: inconsapevoli, hanno arato la terra come tanti agricoltori e il chicco di grano ha prodotto il suo frutto. Gioiscano le nazioni e si rallegrino, perché tu giudichi i popoli con rettitudine, governi le nazioni sulla terra. Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti. La terra ha dato il suo frutto. Ci benedica Dio, il nostro Dio, ci benedica Dio e lo temano tutti i confini della terra. Consideriamo, consideriamo con quanta dolcezza Cristo è andato incontro alla sua croce. Per comprendere, infine, con quale dolcezza infinita Egli, da sempre, ci viene incontro. Noi, che siamo chiamati ad essere il sale della vita, mentre lo andiamo ancora ammazzando, nei nostri fratelli e nelle nostre sorelle, su quella stessa croce. Carissimi, non diventiamo in noi stessi insipidi. Anzi, ardiamo come lucciole, come canti di benedizione a Dio, il Vivente, come inni di lode e di ringraziamento e, nel contempo, aiutiamoci ed esortiamoci a vicenda: Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli. La luce. La prima parola con la quale Dio ha istituito la creazione. La stessa luce con la quale il Signore si è donato.
Carissimi fratelli e sorelle, noi siamo il grande, unico progetto del Signore. Egli vuole fare con noi, per noi e in noi, una cosa nuova. Proprio ora accade. Non ve ne accorgete? Ecco. I cieli e la terra, opera delle sue mani, vogliono riappacificarsi con quel bacio con il quale, dalla croce, Cristo, annientò le potenze del male confermando il primato dell’Amore. Ci siamo noi in quel santo bacio. Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi? Davvero l’hai fatto poco meno di un dio, di gloria e di onore lo hai coronato. Salutiamoci nel suo eterno amore, benedicendoci gli uni con gli altri, fiduciosi che il progetto del Signore vada realizzandosi subito. Perché noi siamo cieli e terra. L’opera sua, l’opera delle sue innamorate mani, che da sempre cercano le nostre.
Amen.
(09/05/2025)