Madre dei mille e mille figli
Non trova l’alveo giusto la consolazione in sé negata né il clamore millenario nel suo grido. E smagriti sono gli occhi tuoi madre, madre dei mille e mille figli, nel tuo pianto insepolto. (29/12/2022)
Non trova l’alveo giusto la consolazione in sé negata né il clamore millenario nel suo grido. E smagriti sono gli occhi tuoi madre, madre dei mille e mille figli, nel tuo pianto insepolto. (29/12/2022)
Lasci emergere dalla bellezza la parola su questa pace feconda che diviene, così, figlia dei miei passi e del mio ascolto madre. (28/12/2022)
Del tutto chino sul verbo, – mio principio, mi nutro d’una doglia che mutila il mondo dei suoi assiemi e, a compenetrato spirito, celebro l’unità che mai mi tace. (27/12/2022)
Si installa nella compressione del moto l’istante, così come del tempo promanato dal luminante accadimento, in un alter spazio percettivo sequenziato tra casuali genetiche del caos per la prefazione a regola dell’indefinito esistere, trapiantato bios dal visibile divenire e verbo di un’auto-censitasi volontà. (26/12/2022)
Non io v’introdurrò nelle stanze del presente e dell’assunto. In verità siete ciò che di più attinto è stato intinto in voi dall’irrevocabile. Oh, aritmie dei tempi! Sinestesie precedute dalle membrane storiche della scrittura. Quanto desistere v’è in voi, oggi, o uomini di tanta maleficenza, e quanta anaffettiva consunzione soffoca il vostro già desueto vivere….
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È germogliata la vita. I prati sono maturi e la messe è già bionda. Sì. Una stella brilla nei vostri occhi, o trasparenti, o innocui, di riflesso per i nostri. Un bimbo ci è stato dato. Un’unica via dalla quale non si potrà mai più tornare indietro. E questo grande mistero è la verità più…
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Tu scruti nel superstite fango per la conquista del cielo e del caos ma inattuato è il tarlo e putrefatto è il tuo fondamento. E mentre senza scavare il rivo luminoso che risiede nel suo petto l’uomo ultimo e moderno se ne va in letargo, schiavo di se stesso, come solo la genetica pura di…
Voi frugate impazienti nelle piaghe dei muri, nei crateri delle ultime parole di chi lascia defluire la propria lavica umanità tra i decreti delle lacrime mozzate, occhi che abortiscono il proprio acido sapere, e lasciate che siano le ombre inzuppate di baluginante sangue a vociferare per i popoli anziché quella lingua sismica conoscibile da chiunque…
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“Tutto posso in colui che mi dà la forza.” (Fil 4, 13) Mi prima-vivi d’anima nel libero tuo sacrificio e in te così profonda l’occhio mio, nutrito dal tuo volere geloso che tutto amo e rinnova. (22/12/2022)
A certuni capita la povertà in spirito, a talaltri la pena di notte. (22/12/2022)