Nel mese decimo, al ventisettesimo giorno del mese, nell’anno venticinquesimo della duemillesima età, la mano del Signore è scesa sopra di me. Così mi ha detto l’Altissimo, l’Onnipotente, il Misericordioso e Clementissimo, il tre volte Santo: figlio dell’uomo, scrivi: questa è la mia parola, la parola del Signore. E con essa scrivi, scrivi nella mia parola:
Ascoltate ciò che ho da dire e considerate:
tra le Nazioni, è stata mai fondata una Nazione in un giorno di tenebre e di caligine?
Conosco i vostri pensieri, così come non mi sono nascosti i turbamenti che vi opprimono. Volete agire secondo le perverse inclinazioni dei vostri cuori, perché siete malvagi. Vi credete forti, e tali siete agli occhi di coloro che avete reso ciechi. E vi ritenete saggi, e tali siete agli orecchi di quelli che avete reso sordi.
Ecco. Voi andate dicendo tra di voi: un’altra casa da costruire per far coabitare lo sciacallo con la vipera, e nelle loro lotte, tra le nostre fortezze, noi saremo sempre più saldi.
Chi vi proseguirà nell’opera che né adesso né mai porterete a compimento?
Progettatene il peso, stabilitene le misure, e non ne erigerete che fango su fango, avvoltolati nel lavoro sudicio delle vostre mani, pubbliche prostituzioni attraverso le quali legate, alle mascelle inferocite dei tori e dei cani, sangue innocente, pur di allevare quelle serpi e quegli avvoltoi che, a tutto oggi, voi definite affari. Oracolo del Signore.
Ascoltate ancora ciò che ho da dire e considerate:
si è mai sentito dire da alcuno che un Paese va slattato per le doglie verginali di una madre?
In verità, vi ho reso ciechi e sordi, sordi e ciechi, alle mie parole, voi che contate come pulviscolo sulla stadera, affinché, al tempo prefissato, siate dissipati al pari della caligine e delle tenebre. Oracolo di Dio, mio Signore.
(27/10/2025)


