Come il corpo profanato di una donna, di una madre, ove alternandosi vanno e figlio e padre – perversi membri di una mancata famiglia di valori – così noi osserviamo le tue ferite, o terra, ma da impotenti, per il fetore del sangue che, oltraggiandoti, saprebbe renderti perfino impura. Ma non così. L’uomo, che dovresti governare e che al contrario ti calpesta, è affamato non dei tuoi tesori più nascosti, ma dei tuoi più preziosi mali. Oh, i tuoi seni! I tuoi seni così scarlatti e acerbi. Pigiati da carnefici che troppo spesso, troppo spesso non altro sono che i violenti oppressori di una mancata umanità, i quali costringono i loro simili a cibarsi di una eredità inaridente. Ebbene, tutti costoro, terra, si appartengono in ciò che nulla possono rappresentare, o terra come il corpo profanato di una donna, di una madre, ove alternandosi vanno e figlio e padre – perversi membri di una mancata famiglia di valori – assetati come sono perfino del suo mestruo.
(26/10/2025)


