«Cingi di luce la tua luce,
adorna con larghe vesti di bisso
le tue splendenti altezze
richiamate dalle mie altezze,
e presentati a me
in favolosi ricami scolpiti dal vento.»
Dal cielo, ecco: Gerusalemme.
Discende la sposa che lo stesso cielo,
per il suo sposo, ha dovuto attendere.
Egli è qui.
Ha pronto il diadema regale,
e avanza come un guerriero mai domo, mai sazio,
dopo aver annientato i suoi nemici
che lo avevano sfidato sul suo monte santo.
Dalla sua dimora, noi tutti,
abbiamo visto i suoi meravigliosi e terribili occhi:
folgori senza numero volevamo contare
mentre con i nostri orecchi abbiamo udito
la sua immensa voce,
come il fragore di grandi cascate.
Con quale gloria
ci hai voluto manifestare il tuo amore,
tu che, da sempre,
sei rifugio e roccia per il nostro cammino,
il sole di giustizia e di pace
che illumina i nostri passi.
Sei il più bello tra gli uomini, o Dio,
in cui vai generandoti, ieri come oggi,
per confermare ogni tua potenza
e così confondere la lingua altera dei tuoi nemici.
I nostri giorni tu li misuri
e in essi vai contando i secoli, i millenni.
Sì. Perché come aquile
vai rinnovando i nostri anni
e davanti a te un solo giorno
può distare l’immenso dall’immenso,
e l’immenso può tornare ad essere un solo istante,
per te.
Quanto grande è il tuo nome.
Lo fai conoscere soltanto
a quelli che ti temono nel tuo amore,
perché sei un Dio fedele e la verità,
la verità è il bacio santo
che dimora sulle labbra
che solo tu hai conosciuto.
Il Signore dona la vista ai tuoni,
affinché il loro annuncio
si riversi come comandato
dalla stessa sua luce.
Il Signore fa udire i mari di cemento
e spalanca gli alberi della foresta
affinché nessuna sua parola, nessuna,
vada perduta.
«Ascolta. Io sono Dio. Il tuo Dio.
Non ve ne sono altri.
Non desidero offerte.
Ho in obbrobrio i sacrifici.
Miei sono i cieli
e io ho creato le terre, i mari,
con tutto ciò che contengono.
Verrei alle tue offerte, ai tuoi sacrifici,
se avessi davvero fame?
La misericordia è ciò che io voglio da te.
Con quella grazia con la quale ti ho cresciuto,
la medesima,
e con quell’amore
con il quale ti ho tratto dal fango
per darti un nome.
Io desidero che tu sia pace, in te,
e che da te tutto ridiventi pace, ovunque.
Oggi stai alla mia presenza.
Non vi sono altri dei.
Io sono Dio, e il mio nome è Geloso.
Bocca a bocca voglio ancora parlarti,
perché sulla tua bocca si posi la verità
e affinché questa costruisca
sulle tue labbra il suo nido.
Tu parlerai con la mia bocca. Adesso.
Cingi di luce la tua luce,
adorna con larghe vesti di bisso
le tue splendenti altezze
richiamate dalle mie altezze,
e presentati a me
in favolosi ricami scolpiti dal vento.»
Dal cielo, ecco: Gerusalemme.
Discende la sposa che lo stesso cielo,
per il suo sposo, ha dovuto attendere
sul suo monte santo.
Un fuoco divoratore
per chi sfida Dio, il nostro Dio,
e una fornace sempre accesa
per tutti coloro
che offendono la vita nel suo albore.
Hai messo sulle nostre labbra un canto di lode.
Desidero che tutti coloro
che ti sono stati affidati
abbiano vita e in abbondanza.
Conoscendo te,
con la verità nel cuore e la pace come spada,
abiterò nella tua casa
per i giorni che hai voluto misurare,
perché non si potranno contare
né i secoli né i millenni.
In eterno canterò la tua grandezza, o Dio.
In eterno farò di me la tua volontà.
Sì. Perché questo hai desiderato per me,
nell’amore del mio amore,
e so che porrai la giustizia a fascia dei miei lombi,
per l’infinità di quella domenica sorgiva
che hai già edificato senza tramonto.
Amate il Signore,
voi che abitate la sua casa,
e servitelo
custodendo la sua via.
Beati quelli che osservano la sua parola
e la mettono in pratica.
Ecco.
Ascende il Signore,
il Signore ascende tra le acclamazioni dei suoi figli,
dai cori angelici si eleva il suo trono.
«Beati quelli che non si scandalizzano di me,
della mia parola.
Saranno come gioia piena e dolcezza infinita,
alla mia destra.
In eterno li disseterò alla fonte dell’acqua viva,
perché berranno al calice della mia salvezza.
Io sono la via, la verità e la vita.
Voi che mi desiderate,
venite a me e vi sazierete senza fine del mio amore.
Ed io verrò a voi.»
E nel Signore saremo, in Dio,
irraggiamento di una sola sostanza.
O Padre, lascia che io ti lodi e ti magnifichi
con l’esultanza di quello spirito
che vuole essere tutto in tutti perché,
tutto in tutti,
eterno, t’appartiene.
Amen. Amen.
(21/05/2025)


