Vorrei esprimere il pianto, la tragedia, la morte che insufflate nel cuore di molti ma, prepotentemente, io non riesco in tale opera. La vostra disonestà intellettualizzata è fabbricatrice di periodi, di epoche dilaniate dal disastro economico, politico, sociale: l’arrendevolezza dei popoli, eppure, non scuote le cateratte dei vostri pensieri così miserabili, così ossessionati dal potere, dal quel successo accoppiato al macabro rituale dell’interesse personale che coinvolge sempre più l’uomo, la donna, a mistificare l’universalità del bene favorendo, così, le devianze di un genere e di una specie che forse nemmeno più ci appartengono. Ammonimenti, considerazioni: non che voi non ne possiate sopportarne il peso. È quella vostra condotta indegna, ahimè, che vi costringe alla violenza, al sopruso, nell’indecoroso incesto della vendetta con l’orgoglio. Figli, figli e figlie di questo mondo, avete seccato la gola dei cieli lasciando attecchire al palato dei fiumi tutti quei chiodi vilmente sparsi sulle vecchie stigmate sempre più spalancate dell’incolpevole terra sotto la superba egida della menzogna.
(22/06/2022)