Ho partorito corpi d’ottobre
Languisce il mio labbro, l’anima sguarnita geme. Oh! Quanto non ho mai temuto dovrei così comprendere, a lividiti pensieri, in questo giorno infausto richiedente alcuna miseria a confronto? Ho raccolto il seme sparso su troppa informe terra e oggi al cielo mi snudo come matrice della sua completa desolazione, anestesia corrotta di una beatitudine insonne….