I trascorsi che mai ci avvinsero
tendono i loro baci all’insù.
Una ricerca elaborata
e indefettibile dei nostri volti,
forse, noncuranti delle gerarchie
destate dal temporaneo.
Noi non vedremo
presso quali labbra
la nostra voce vorrà schiudersi
per poter procedere
con l’agognata unzione
della parola.
Saremo come le sentinelle dell’aurora,
quando il daffare argenteo
dei mattutini astri
si scontrerà
con le gelide insipienze degli uomini
e le fondamenta dei cieli
rovineranno sui percepibili mondi.
Zampillando come sorgenti di vita
presso le fonti diafane
della stabilità e della fiducia
lasceremo alla terra
i semi del nostro raccolto
per ergerci, poi,
come alti cedri, rigogliosi,
piantati lungo corsi di acqua recente,
col solo anelito dello spirito
verso le indiscusse sazietà celesti.
Apriremo le nostre anime
come si spalancano
i baci degli amanti
e tenderemo le nostre labbra all’insù,
verso quei trascorsi che mai ci avvinsero,
salutati dal bianco stormo delle aquile.
(25/08/2023)