Tempi vengono ed altri vanno. C’è del nuovo alla luce del giorno, al montare delle tenebre. Una occupazione decisiva per chi, nel suo pieno sentire, decide d’intraprenderne la via. Sì. Perché questo è un atto di amore che coinvolge la montagna e il viaggiatore. Com’è dolce che essi stringano le labbra alla stessa sorgente per bere di una identica sostanza. Alla generazione dei loro figli succederanno, e ancora. Perché tutte le genti diranno di essi: entrambi sono sorti nel silenzio, e per il loro cammino sono stati resi stabili. E ad essi affluiranno popoli di intere nazioni, e le isole – con le terre più lontane – batteranno le mani e si abbracceranno dalle loro altezze. Come la rugiada che a notte fonda scende sul Tabor, e come la brina che va ghiacciando i prati dell’Oreb quando il sole ne brucia i colli, così riempiranno di meraviglia la terra alla quale doneranno il proprio nome. Infinita sarà la loro discendenza poiché questa è stata sigillata dalla loro unione, dalle loro labbra strette alla medesima sorgente per bere di una identica sostanza, eterna, che dapprincipio li ha generati, nel seno di un’aurora che prese dimora nel loro cuore, ancora prima che il loro cuore fosse formato. E dell’uno e dell’altro si parlerà di una sola persona perché l’Altissimo li tiene saldi, come sue pupille, con la sua destra, nella sua mano, la quale comanda ai tempi di andare, di venire. E così, tempi vengono ed altri vanno. C’è del nuovo alla luce del giorno, al montare delle tenebre. Una occupazione decisiva per chi, nel suo pieno sentire, decide d’intraprenderne la via.
(21/02/2025)