Popolo mio

Popolo mio,
la colpevolezza del totalitarismo
che ti ha reso inadempiente
verso il fine per il quale fosti concepito
è stata condannata.
Osserva i cieli.
Così come il mio volere
è per l’uomo imperscrutabile
altrettanto oscura è la loro essenza,
provenendo da forme di vita
che provvedono a loro volta
alle fissità dei non visibili globi
per uguaglianti armonie.
Vissuti e tramandati da stella in stella,
questi ultimi
sono i propiziatori del linguaggio differito,
della proprietà della conoscenza,
della possenza ineguagliabile del mio spirito.
Ebbene tu non puoi osservare i cieli
perché i cieli non costituiscono la tua ragione.
Dunque, tu non puoi osservare
la sua legge e i suoi decreti.
A margine del non lecito esistere
c’è chi spranga la propria lingua
pur di non testimoniare il vero, il bello,
la suprema scienza della giustizia
al fine di non macchiare
i suoi abiti folti d’ingiurie
con il sangue racimolato
tra le radici dei cipressi vedovanti
ove abbondano
le urla più innocenti della terra.
Ecco.
Abitano tra le tue meningi occluse
uomini che non variano
la loro condotta reproba
rendendo il corpo che in te dilaga
una incoerente massa di fanghiglia prepotente,
di devastazione preordinata della vita
e dei suoi comandamenti mai collaterali.
Costoro mai abbasseranno
il loro capo verso di me,
verso i più poveri, gli infelici,
gli assetati e gli affamati ma,
anzi, continueranno ad opprimerti,
a sopprimere quel po’ di bene
che ancora nel tuo anelito rimane,
comprimendo i pensieri
e annebbiando i cuori,
offendendo la vita
e quel che io, nel mio unito amore,
ho generato.
Egli verrà.
E verrà nella mia gloria,
gloria di figlio e di padre
per fissare il capo dei prepotenti
oltre il cielo e non dietro di esso,
affinché possano gli stessi,
esalando vita,
nutrire dolore
per la resurrezione definitiva e solenne
delle loro imputridite ombre,
figlie di anime mal possedute
e schiave di una realtà effimera
che dimenticherà i loro corpi,
vittime di un male sconfitto
dallo spirito del figlio che è nel padre,
il quale è in colui che era e che sarà.
E così il cielo.
Osserva, popolo mio.
E nonostante il tuo dolore,
la tua angoscia, la tua fame,
esulta e ama.
Poiché io ti giuro su me stesso:
l’infamia che ha coperto
e che sta coprendo gli occhi di tanti
sarà lavata col mio vindice sangue.

(06/07/2022)