Meraviglioso giorno,
dentro me sei cresciuto
come un virgulto.
Primizia, tu,
dovuta per chi
amorevolmente ti ha seminato.
Domina la pace,
il tempo non scandisce
il suo ritmo naturale per gli eventi,
perché è la quiete
a vagliare ogni misura e ordine
tra i segni del cielo,
nei fenomeni.
Con rapido passo
il mio sguardo è, adesso,
nel precetto monadologico
il quale prevede
questo fiume
di connessioni emotive
e dinamiche ergersi,
dal suo esponenziale guado,
nella via del mare,
aldilà dello stesso abbacinato sole.
E orizzonti paralleli,
nude azzurrità
vanno cullandosi nel mio petto,
con lo sguardo navigante
verso la realtà prossima,
matura.
Origini.
L’onda non versa
se stessa nell’aria
perché a gocciare è l’immoto.
L’acqua perfino sembra tacere,
mentre tu, amore mio,
in questo passaggio di memorie,
di coscienze e di ragioni
dai allo spazio il tempo,
e al tempo lo spazio,
per immortalarne ogni moto costante
con l’assolutizzarsi della luce,
nel suo divenire vita
sulle labbra espanse
del nascente albore.
Profondità dell’essere:
sulla superfice
del respiro tuo immenso
anela il mio proiettato presente.
Meraviglioso giorno,
domina la pace, e i fenomeni,
tra i segni del cielo,
si nutrono della più tenera terra.
Quella terra feconda che,
a sua volta,
linfa superna ha donato
alle radici gloriose della primizia,
dello stupente germoglio.
Andremo a svegliare i monti e i colli,
con quella voce
che ha saputo edificarsi
nella via del mare.
Ogni passo si desterà
come un bocciolo
emerso dalla gioia.
Sì.
Alla presenza tua,
gioia piena e immenso gaudio.
Ecco.
Come si effonde il suono,
la tua parola, nella natura,
così mi spargi,
al pari della brezza mattutina
ammantata dalla prima rugiada.
Rinnovando il cielo e la terra,
prodigio mi hai compiuto
nel tuo vivente prodigio.
Eppure, tu mai finisci,
mai finisci.
Tu che, per ricreare me,
eterno – ti vai ricreando.
(20/04/2025)