L’uomo, riflesso di quella tenebra catturata in più misure d’ombra dalla medesima terra che per l’orfanezza dell’elemento ignoto la calpesta confida, ciononostante, nella sua malevola specie introducente linguaggio e pensiero che lo configurano all’origine della sudditanza dell’essere. Raggiunto, poi, dalla luce che fa nuova ogni cosa egli conosce l’esperienza verace del vivere divenendo, così, sorgente di una discendenza dalla infinita genealogia nella rigenerazione del giorno preadamitico che lo libererà, per il concilio escatologico dei fenomeni teofanici, in un’archetipica gioia mai accaduta ricondotta a nascituro luogo, dagli eventi eletti alla realizzata parola, per l’anelito ultimo e primo.
(17/11/2024)