In sostanza divina e in missione nell’uomo

Per quanto l’uomo possa desiderare il bene, la pace, per sé e per il prossimo, per la sua gente e per l’umanità, su di lui peserà sempre la maledizione sofferta da Adamo nell’Eden, questo affresco di primeva realtà il quale con il suo giogo di luci e di ombre, con le sue limate trasparenze, con la levità del suo impatto genealogico ha reso opaco all’occhio e complesso all’intelletto il disegno che il Signore stava realizzando con la china più verace del cuore della sua parola. L’Eden, questo luogo riconosciuto, ahinoi, dai più come strumento di insegnamento, di ricerca del vero, come atto estremo di un simbolismo che suole afferrare nella genesi della umana coscienza la paritaria ragione, ha un corpo ed una voce. Esso è il fondamento mai estremo del bisogno che l’uomo nutre verso il suo Creatore, un bisogno sempre emergente nella solerte rappresentazione di un Verbo autore della vita in sostanza divina e in missione nell’uomo. Si potrebbe sostare nella complessa definizione di questo luogo per coglierne il frutto sempre acerbo di una storia che avanza ripetendosi, in quest’esodo umano che chiama padre suo quasi ovunque l’errore. L’uomo è la sua spudorata ricerca di una vetta artificiale, un’altezza da costruire a mani sporche, con il suo folle desiderio di essere superiore persino a Dio. Già. Che forse Dio, il Signore del Cielo e della Terra, non aveva tutto già prestabilito inaugurando per gli esseri umani questo mondo di polvere e di morte affinché potessero, gli uomini, lavarsi alacremente con il sangue della passione dello stesso Dio sì da purificarsi e guadagnarsi la vita vera? Ecco. L’uomo, dunque. E cos’è questo frammento di cenere se non la vera larva del creato? Saprà trasformarsi in quel sentimento ultimo che tutto abbracciando si realizzerà nel concepimento di sé stesso partorendosi, poi, a Dio? Il bene è stato rosicchiato da una larva, la larva è stata masticata dalla pace e la pace sarà il primo bacio che l’uomo ascolterà nel suo cuore quando l’autore della vita terminerà l’opera sua con la china più verace del suo sangue: la parola.

(08/06/2023)