Tu sei mio lenzuolo e mia carne
Notte cadde e nella sua effimera gola nauseai l’anno in cui per tutto aver veduto, e non assorbito, la coscienza breve non tacque. Su, mi fu detto. Mangia ancora, mangia e vomita sugli atrii a me più non sacri poiché come il rivolo di sangue che ancor ti corre in occhio per l’abbondante carestia di…